Storia di Broni
Ultima modifica 16 novembre 2022
Cenni cronostorici, dai Liguri all’anno 1900, ricavati da autori diversi.
“...Cellelati e Cierdiciati tribù Liguri della grande famiglia dei Celti, vuolsi vivessero a Camillo-Magus
(Broni), a Clastidium (Casteggio) e Litubium (Retorbido)...”, P. Saglio, Notizie storiche di Broni, 1890, Vol. I, pag.11.
223 a.C. - “... Roma si espande nella Gallia Cisalpina, crea un avamposto a Casteggio..”. P. Saglio, Op. cit. Vol.
1, pag. 15: la Via di comunicazione è ai piedi delle colline. Non si descrivono per evidenti ragioni di spazio, i
mutamenti politici fino al IV sec. d.C.
220 a.C. - Si presume che Broni (ovvero si opina allora chiamata Blandenona) sia nata come oppidum ovvero
fortificazione naturale a salvaguardia della stretta di Stradella e dei confini di Roma. Se immaginiamo un forte a
Montalino (Rocca di Stradella), altri due, sul monte di S. Contardo e in Santa Maria (Casa Crabbi Broni) ed una
palizzata o un muro che da Santa Maria si snoda fino al Po, otteniamo la chiusura di ogni passaggio sulla via di
comunicazione che porta a Roma, tra il Po e la collina. Questa ipotesi è riportata in R.P. Omberto Locati, Cronaca
dell’origine di Piacenza,1564, pag. 26. Nel libro XIX di Corneglio Tacito, parlando di Cremona scrive: “... essendo
Consoli T. Sempronio, e P. Cornelio: calando in Italia Annibale, facevano oltre il Pò contra Francesi i Romani
una gran fortezza. Sono alcuni, che dicono quella fortezza essere stata un muro continuato dal Pò, infino alla
montagna...”. La Strada Pavese che da Broni si snoda verso Pavia seguendo il Rio Frate, si presume di origine
Romana e non inizia dal centro abitato della Broni romana, ma dall’imbocco della Valle Maga o Via Recoaro (che
si dirama verso la Rocca di Stradella, Casa Crabbi e Monte di S. Contardo), presunto altro centro fortificato.
218 a.C. - Placentia (Piacenza) nasce ad opera dei Romani, C. Poggiali, Memorie storiche di Piacenza, 1927, T. 1,
pag. 3, sicuramente come città fortificata, poiché i Romani prima di quella data erano già presenti sul territorio.
200 a.C. - Nasce Iria (Voghera) ad opera dei Romani.
197 a.C. - La Gallia Cisalpina diventa completo dominio romano.
148 a.C. - Si realizza la via Postumia che collega Pisa, Genova, Tortona e Piacenza a Verona e Aquileia; perciò
il primo tratto Pisa-Piacenza interessato da Broni era già stato completato qualche anno prima. Piacenza era già
stata collegata a Bologna e Rimini dalla Via Emilia (dal 220 a.C.).
122 a.C. - I confini di Roma comprendono la Gallia e la formazione di nuove provincie rende inutile ogni
precedente fortificazione nelle nostre terre. E verosimile che a quella data la Broni attuale iniziasse ad esistere
come impianto urbano civile. Il luogo dal nome controverso, da alcuni citato per Blandenona (W. S. M. Watt,
Tulli Cicerone epistola, 1971), entra a far parte dell’Ottava regione d’Italia, l’Emilia, da cui dipende attraverso il
capoluogo di Piacenza.
122 a.C. - A questa data si possono far risalire le prime testimonianze di epoca romana emerse in Broni (vedi
sepoltura ritrovata nella fondazioni del Condominio Italia).
49 a.C. - Ticinum (Pavia) e Mediolanum (Milano) assumono la cittadinanza romana, conferitagli da Giulio
Cesare.
41 a.C. - A questa data risalgono alcune monete trovate nel centro storico di Broni, verso la fine dell’ ‘800, P.
Saglio, Op. Cit., VoI. 1, pag. 37, 38. Altri reperti, recentemente rinvenuti, non databili con sicurezza, potrebbero
essere ancora più antichi. Il complesso del ritrovamento mette in risalto una insula romana dalle dimensioni di
uno Stadio, (misura romana che corrisponde a circa 185 m. il così detto Stadio italico, veniva riferito al miglio
romano in un rapporto di 1/8 e si pensava formato da 625 piedi).
138 d.C. - L’imperatore romano Aurelio Fulvio, assume il nome di Tito Elio Adriano Antonino; succede ad
Adriano. Ad Antonino, si attribuisce l’Itinerarium Provinciorum o Itinerario d’Antonino, nel quale si pongono
Piacenza a 37 Km. da Camillo-Magus e Camillo-Magus a 23 Km. da Voghera, P. Saglio, Op. cit., Vol. I, pag.30;
distanze riscontrate esatte.
286 d.C. - “...Mediolanum (Milano) diventa capitale dell’impero Romano ...”, S. Stocchi, Milano e le sue mura,
1984, pag. 11.
313 d.C. - Costantino promulga da Milano lo storico editto che concede ai Cristiani la libertà di culto.
450 d.C. - Broni è devastata da Attila, P. Saglio, op. cit., Vol. 1, pag. 233.
456 d.C. - Broni subisce un’altra incursione da parte dei Vandali, P. Saglio, Op. cit., VoI. I, pag. 233.
476 d.C. - Caduta dell’impero Romano.
572 d.C. - I Longobardi entrano in Pavia guidati da Alboino, S. Gasparri in Storia di Pavia, Pavia longobarda,
1987, Vol. 2, pag. 20.
589 d.C. - “…Prima Attila, poi Genserico e infine il diluvio che alza il piano antico di Broni…”, P. Saglio, op.
cit., Vol. I, pag. 233, cancellano definitivamente il nome e gran parte dell’impianto urbano della Broni romana.
650 d.C. - “...Pavia diventa capitale del Regno Longobardo...”, S. Gasparri in Storia di Pavia, Pavia longobarda,
1987, Vol. 2, pag. 44.
774 d.C. - “…Carlo Magno espugna Pavia...”, S. Gasparri in Storia di Pavia, Pavia longobarda, 1987, Vol. 2, pag.
65.
850 d. C. - “…E stato suggerito che la città (Pavia) abbia raggiunto la sua più grande impor-tanza tra l’850
ed il 950...”, P. Hudson in Storia di Pavia, Pavia: l’evoluzione urbanistica di una capitale altomedievale, Vol. 2, pag. 260.
Broni di riflesso gode della medesima importanza come si può constatare dal documento seguente.
859 d.C. - Per la prima volta compare in un documento il nome Breonis (Broni), “...Teopertus de Breonis,
Rodemundus de aedem Civit...”, Campi, Ist. Eccl. di Piacenza P. i. Registro de’ Privilegi, Anno di Cristo 859 n° X.
Manifesto, ecc., Tomo I, pag. 245. Broni fa parte del comitato di Aùace (il comitato aùacense è una larva di contado
che si delinea dubbiosamente nel secolo Vlll, accenna per un istante e scompare per incorporarsi nel 1200 nel
contado piacentino).
951 d.C. - “... Ottone di Sassonia entra in Pavia e si fa incoronare re dei Franchi e degli Italici...”, A. Settia
in Storia di Pavia, Pavia carolingia e postcarolingia, 1987, Vol. 2, pag. 94. Inizia la serie degli Imperatori del Sacro
romano impero.
1024 - Pavia cessa di essere capitale del Regnum Italiae, P. Hudson in Storia di Pavia, Pavia: l’evoluzione urbanistica
di una capitale altomedievale, 1987, Vol. 2, pag. 260.
1047 - “... Risulta da un documento appartenente all’anno 1047, che il Borgo di Broni dipendeva dalla diocesi
di Piacenza…”, Anonimo, Broni Illustrato, 1880, pag. 10. Ed è anche la prima notizia riguardante la chiesa S. Pietro
di Broni: “ ... Dum in Dei nomine in loco, qui nuncupatur Brona in terra propria Ecclesia Plebis sancti Petri; quae
Plebs ipsa propria est Placentini Episcopio…” (Archivio della Cattedrale di Piacenza). Reperti della antica chiesa S.
Pietro, (si crede a tre navate con l’entrata rivolta a sud), sono databili ad una presunta epoca di poco precedente.
1164 - L’Oltrepo entra a far parte della giurisdizione di Pavia, e quindi anche Broni, ricordato espressamente
nel Diploma dell’imperatore Federico I del 6 agosto 1164.
1176 - “...i Milanesi con tanto animo combatterono, che a fatica l’Imperatore [Federico Barbarossa che assediava
Alessandria da diversi mesi] potè fuggire dalle loro mani per modo, che fu costretto con assai uccisione
de’ suoi ritirarsi a Casteggio ... E l’anno 1175, i Milanesi col suo Carroccio e tutti i soldati cavalcarono contro i
Pavesi e primieramente distrussero Bronno e S. Nazzaro...”, Corio, Istoria di Milano, p. I, pag. 59; “...De siquidein
sabbati sancti praedecti Lombardi Bronam combusserunt…”, Codagnello, Chronicon Placentinum ab anno Domini
1012, ad annum 1235, Parmae, 1859, pag. 10.
1200 - In Broni doveva già esistere l’Ospedale di S. Biagio per pellegrini, dal patronato dei Gabbi di Pavia
che possedevano il castello di Montué de Gabbi. La sua ubicazione era: in prossimità dell’odierno Ospedale
Arnaboldi - Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, ex Credito Commerciale, Via Emilia 375, Prati di S.
Biagio, fuori dall’abitato antico di Broni all’imbocco della Valle Maga, strada che porta al castello di Montué e
a Recoaro.
1249 - S. Contardo d’Este Pellegrino muore a Broni dopo malattia, durante il suo viaggio verso S. Giacomo
di Compostela. L’ospedale di S. Biagio potrebbe essere la ragione della fermata a Broni del santo.
1250 - Alla morte di S. Contardo, nel luogo dove questa avvenne, così si narra, i bronesi, [o meglio ancora
da Niccolò III d’Este, allora governatore del Ducato di Milano fino all’anno 1442 data della sua morte], eressero
una cappella intitolata Santa Maria deli Angeli (ora Oratorio di S.ta Marta) a suo ricordo, “... come si arguisce
da antica iscrizione che esisteva nella vecchia facciata di detta chiesa e che si è rinnovata nella seguente iscrizione:
Hic ubi Contardus Bronensis morte beavit Diva suo recreat Marta patrocinio,…” P. Saglio, op. cit., Vol. 11,
mag. 364. Altra chiesa nomunata Santa Maria degli Angeli fu edificata da Niccolò III in Ferrara dedicata a San
Contardo.
1278 - “...Il Marchese Guglielmo di Monferrato aveva conseguito la diretta Signoria sopra -
Alessandria, Vercelli, Milano, la posizione di tutore della pace interna e di difensore di altre città fra le quali
Tortona e Pavia...”, P. Vaccari in Storia di Pavia, Pavia in età comunale, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 44.
1286 - “... Rovina del marchesato (del Monferrato), Milano assoggetta Novara e Vercelli con il capitano
Matteo Visconti... Pavia rimane caposaldo del Monferrato ...”, P. Vaccari in Storia di Pavia, Pavia in età comunale,
1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 44.
1290 - Manfredino Beccaria feudatario di Broni. F. Guasco, Dizionario Feudale degli Antichií Stati Sardi e della
Lombardia, Vol. V, Pinerolo 1911, pag. 49.
1335 - “…Il passaggio definitivo delle città lombarde alla Signoria (con Azzone Visconti) avvenne o per dedizione
spontanea ... o per occupazione...”, (meno Pavia), P. Vaccari in Storia di Pavia, “Pavia in età comunale”, 1992,
Vol. 3, tomo 1, pag. 46.
1359 - “...Pavia si arrende a Galeazzo Visconti...”, P. Vaccari in Storia di Pavia, Pavia in età comunale, 1992, Vol.
3, tomo I, pag. 48.
1361 - In Broni vengono erette le mura medioevali, con porta S. Pietro verso Voghera e porta Luchina verso
Piacenza [si immagina il borgo e le mura protette da un fossato], P. Saglio, Op. cit. Vol. 1, pag. 236. Porta Luchina
prenderà il nome soltanto dal XV sec. quando Luchina Dalverme venne ad abitare il castello di Voghera, P.
Saglio, Op. cit.,VoI. 11, pag. 88.
1372 - La Broni viscontea viene distrutta dalla truppe al soldo del Papa del capitano di ventura John
Hawkwood nome italianizzato in Giovanni Acuto, Anonimo, Broni Illustrato, pag. 54.
1391 - “…Il territorio pavese (compreso l’Oltrepo e Broni) venne eretto in Contea o Comitato dall’imperatore
Venceslao (re dei romani) con Gian Galezzo Visconti il 13 ottobre 1391…”, A. Cerioli, Eco di S. Contardo, A 1, 7,
1926.
1395 - “...Con diploma imperiale Gian Galeazzo Visconti fu creato Duca di Milano...”, E. Roveda in Storia di Pavía,
Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 66.
1402 - “...Morto Gian Galeazzo il Ducato fu diviso fra i tre figli; a Filippo Maria fu lasciata la contea di Pavia
con parecchie altre città (Novara, Vercelli, Tortona, Alessandria, Verona, Belluno, Feltre, Bassano, con altre
varie zone)...”, E. Roveda in Storia di Pavia, “Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca”, 1992, Vol. 3, tomo
I, pag. 70. “... L’11 gennaio 1404 si rinnovarono i privilegi dei nobili Beccaria: si confermavano le “onoranze”
di cui godevano e le “officiorum collationes”, che avevano per inveterata consuetudine. Il feudo di Ottobiano
venne donato a Facino Cane, allora governatore per conto di Filippo Maria Visconti. Il Porto del Todo fu pure
donato a Lancellotto Beccaria, al quale fu anche dato il castello di Valle. Vennero confermate le onoranze di cui
godevano i Sannazzaro; così i Corti, altra potentissima consorteria, ebbero l’esenzione per Gerola, Copparia,
e Guazzatoria. Soprattutto, il 28 gennaio 1406 fu confermata la donazione a Castellino Beccaria della comunità
di Voghera, che era stata a lui concessa dal comune di Pavia, con diritto di separazione dalla città. In ogni
caso i rapporti tra i Beccaria e il conte di Pavia non furono in questi anni né facili né lineari. Il 24 luglio 1408 fu
emanato un proclama, in base al quale gli abitanti di Bassignana, Voghera, Casei, Arena, Portalbera, Stradella,
S. Giuletta, Robecco, Pinarolo e Silvano, località dove Lancellotto e Castellino e altri Beccaria avevano terre e
giurisdizioni, si sarebbero dovuti trasferire antro cinque giorni in città, essendo stati dichiarati i Beccaria traditori
... Il 7 agosto 1408 il Conte di Pavia scriveva che era a conoscenza del fatto che Castellino Beccaria e i suoi
consorti erano collegati con il Marchese di Monferrato, con Ottone Terzi, con Facino Cane e con Giacomo Dal
Verme, governatore del conte stesso, e con i Vescovi di Pavia e di Tortona per onorare lo Stato, ma in realtà per
contrapporvici ... Nel 1409 Facino Cane, Signore di Tortona, Alessandria e Novara, conte di Biandrate e Signore
di Vigevano, entrò in Milano, diventandone praticamente padrone. Le sue mire si rivolsero allora su Pavia:
Filippo Maria revocò il bando contro i Beccaria. Le truppe di Facino Cane entrarono in Pavia e misero a ferro e
fuoco la città: era l’anno 1410, uno dei più nefasti per la storia pavese ... La situazione, tuttavia, ebbe un’evoluzione
rapidissima: a Milano veniva ucciso Giovanni Maria, mentre a Pavia moriva Facino Cane. Filippo Maria
sposò la vedova di Facino cane, entrando in possesso di una quantità enorme di denaro; le sue truppe sempre
nel 1412 entrarono in Milano, guidate da Castellino Beccaria: almeno formalmente lo Stato era ricomposto sotto
il Ducato di Filippo Maria. A Castellino Beccaria vennero donate molte terre, compresa Voghera, eretta in Contea
separata da Pavia...”. E. Roveda in Storia di Pavia, Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca, 1992, Vol. 3,
tomo I, pag. 71.
1412 - “... Filippo Maria divenne Duca di Milano...”, E. Roveda in Storia di Pavia, Le istituzioni e la società in età
visconteo-sforzesca, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 73; “...Lo stesso Duca [Filippo Maria Visconti] compensò Rainaldo
Beccaria coi feudi di Monteacuto, Codevilla, Montedondone, Muriscasco, S. Antonino, Nebiolo, e diè la feudal
Signoria di Broni a Manfredi della stessa famiglia...”, Casalis, Diz. Stat. ecc., Vol. 26, pag. 298.
1414 - Montù de’ Gabbi o Montué, nel feudo di Broni, viene acquistato dai Beccaria da Giorgio Valperga dei
Conti di Mazzé [ambasciatore dei Savoia presso i Visconti]. F. Guasco, op. cit. pag. 49.
1417 - “... Enrichino dei Conti di Valperga...” risulta Podestà di Pavia, E. Roveda in Storia di Pavia, Le istituzioni
e la società in età visconteo-sforzesca, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 79.
1418 - “... Lancellotto Beccaria giustiziato a Pavia...”, E. Roveda in Storia di Pavia, Le istituzioni e la società in età
visconteo-sforzesca, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 75; “...I Sannazzaro di Cigognola subirono la confisca della possessione
e del Castello di Cigognola, di Canevino e del bosco di Albaredo...’, E. Roveda in Storia di Pavia, “Le istituzioni
e la società in età visconteo-sforzesca”, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 77.
1432/ 40 - “... Adi 24 gennaio il Conte e Duca [Filippo Maria Visconti] donò a Giorgio Aicardi in seguito chiamato
Scaramuccia Visconti il Castello e luogo di Cigognola Oltrepò colle ville di Canavino e Val sorda e Beni di
Broni e Bosco di Albareto di qua dal Po...”, G. Robolini, Notizie, ecc., Vol. V, p. 1, app. 1, pag. 376. L’Aicardi ebbe in
premio anche il diritto di prendere il nome e lo stemma dei Visconti: in seguito la famiglia vi unì il soprannome
del figlio Giorgio capitano di ventura, per cui si disse Visconti Scaramuzza.
1447 - Muore Filippo Maria Visconti. Nel 1450, Francesco Sforza che nel 1441 si era unito in matrimonio con
Bianca Maria Visconti figlia di Filippo Maria diventa Duca di Milano.
1454 - “... Lo Sforza divenuto nel 1450 padrone di Milano lo creò cavaliere [Scaramuzza Visconti] il di, in cui
prese solenne possesso del ducato, gli confermò in seguito i suoi beni, le sue esenzioni, le sue signorie e nel
1454, 17 di novembre gli concedè il titolo di conte sopra Bronno e Cigognola...”, Litta, Le Famiglie celebri d’Italia,
1819. Visconti Scaramuzza già Aicardi di Milano estinta nel 1795.
1466 - “... [I1 feudo di Broni passò in parte ad] Attendolo Bolognini, aggregato alla famglia Sforza dal Duca
Francesco...”. F. Guasco, op. cit. pag. 49.
1470 - “... Feudatari del Pavese nel 1470 ... Conte Giovanni Attendolo, Broni...”, [per una parte], E. Roveda in
Storia di Pavia, Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca, 1992, Vol. 3, tomo 1, pag. 109.
1477 - “...Il 28 aprile. Il Conte Gio. Attendoloí Castellano di Pavia barattò colla Duchessa Bona il feudo di
Guada e tutti due i Rossiglione nel Novarese [qual feudi esso conte Gio. avea avuto in baratto da Prospero
Adorni in iscambio del feudo di Broni qual esso avea già comprato dal Duca Gian Galeazzo e la Duchessa gli
diede in iscambio il feudo d’Olegio (Bossi. Ist. Pav.)...”, G. Robolini, Notizie, ecc., Vol. VI, p. I, app. 1, pag. 249, (anno
1477, Xll). Il feudo di Broni conosce diversi proprietari anche se per brevi periodi e per una parte, tra cui Facino
Cane, Bona di Savoia, Fiordalisa Visconti moglie di Manfredi Galeazzo e Galeazzo Trotti. Passata a Lodovico
Trotti, questi la vendette agli Scaramuzza, il cui discendente lasciò in eredità a Barbara d’Adda Barbiano di
Belgioioso nel 1740.
1499 - (Per il territorio Pavese compreso l’Oltrepò e Broni), “... Lodovico il Moro il 12 Giugno 1499 ne ottenne
(per il pavese) dall’imperatore Massimiliano l’erezione in Principato...”. A. Cerioli, Eco di S. Contardo, A 1, 7,
1926.
1499 - “...Gian Giacomo Trivulzio comandante di un esercito Francese di trentamila uomini passava il Po a
Stradella... era in atto la conquista del Ducato di Milano da parte di Luigi XII Re di Francia...”, L. Casalis M.
Galandra in Storia di Pavia, “Pavia nelle vicende militari d’Italia dalla fine del secolo XV e la battaglia di Pavia del 24
febbraio 1525, 1992, Vol. 3, tomo II, pag. 11.
1501 - “ ... Lodovico il Moro esce definitivamente dalla scena italiana...”, L. Casalis M. Galandra in Storia di
Pavia, Pavia nelle vicende militari d’Italia dalla fine del secolo XV e la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, 1992, Vol.
3, tomo II, pag. 12.
1515 - “ ...Francesco I, Re di Francia entra trionfalmente a Milano...”, L. Casalis M. Galandra in Storia di Pavia,
Pavia nelle vicende militari d’Italia dalla fine del secolo XV e la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, 1992, Vol. 3, tomo
Il, pag. 17.
1525 - “ ... Battaglia di Pavia. Francesco I Re di Francia fu fatto prigioniero e l’imperatore Carlo V diviene
padrone del Ducato milanese, Francesco Sforza milita con gli imperiali...”, L. Casalis M. Galandra, in Storia di
Pavia, Pavia nelle vicende militari d’Italia dalla fine del secolo XV e la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, 1992, Vol.
3, tomo 11, pag. 55.
1527 - “... Dodicimila Lanzichelecchi al comando di Georg von Frundsberg marciano verso Roma, L. Casalis
M. Galandra in Storia di Pavia, Pavia nelle vicende militari d’Italia dalla fine del secolo XV e la battaglia di Pavia del 24
febbraio 1525, 1992, Vol. 3, tomo Il, pag. 57.
1529 - Francesco II Sforza riceve l’investitura del Ducato di Milano da Carlo V, Pavia fu data in appannaggio
ad Antonio de Leyva, L. Casalis M. Galandra in Storia di Pavia, Pavia nelle vicende militari d’Italia dalla fine del secolo
XV e la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, 1992, Vol. 3, tomo 11, pag. 65.
1538 - “... Arrigoni, famiglia, si divise in cinque rami nel secolo XVI ... Questi cinque rami sono i seguenti;
I°. Il ramo de’ conti di Bronno, estinto nei maschi l’anno 1827. 2° Il ramo di Roma. 3°. Il ramo di Mantova che
finì ne’ maschi verso l’anno 1820. 4°. Il ramo de’ conti di Rovagnate il quale si spense verso l’anno 1780. 5°. Il
ramo de’ Rioli e Portatore. Emilio Arrigoni mentre visse suo padre fu capitano della valle di Lugano, e dappoi
gli successe nella dignità collaterale del duca Gio. Galeazzo. Da questo nobile personaggio, discesero il celebre
giureconsulto Pietro, nonché Paolo, che vennero insigniti delle seguenti dignità onorevoli: I° di membro
del Collegio de’ giudici di Milano, 2° di potestà di Cremona l’anno 1522, 3° di avvocato fiscale nel 1525, 4° di
questore del magistrato ordinario e 5° di senatore. L’imperatore Carlo V gli concesse la signoria di Brono e sue
attinenze (in nota: Brono è una nobile terra del Vescovato di Piacenza) e con titolo cum mero et mixto imperio
oltre a tutti i dazii ed altri diritti spettantigli per Cesareo diploma 24 maggio 1538. Al sopravvenire dell’anno
1551, fu onorato della reggenza di Spagna, finalmente fatto presidente del Senato di Milano nel 1553 nella qual
carica morì l’anno 1565, e la sua patria gli rendette meritevolmente gli applausi, che convengonsi all’uomo d’ingegno
ed illustre scrittore ed il titolo di padre della patria...”, Tettoni e Saladini, Teatro araldico, Vol. 11; “...Pietro
e Paolo figlio di Emilio et Consignore di Brono, Terra nobile del Vescovato di Piacenza ecc...”. Perseverano gli
Arrigoni in possesso del feudo di Broni ecc. ...In provincia Principatus Papiae Arrigoni Galeatíus et Gaspar fratres
feudatari Broni cum uius squadra nempe Basílicae, Bottaroli, Barbianelli, Casanovae de Lonatis, Castellatii
de Buschis, Copsinae Vallium, Campi Spinosi, Capsinae, Cantaranae, Montarci, Pecoreriae, Sancti Cipriani et
Vescoveriae ultra Padum ex investitura die 18 Novembris 1531 per Iullanum Piscinam, et altera die 10 Febrarii
1536 per Cristophorum Saccum Cesareae merae otarlum ac ex transactione diei 25 Septembris 1681 per suprascriptum
I. C. Benalium: Comíte 1708 ...”, De Crescenzi Romano, Anfiteatro Romano, p. I, pag. 99.
1545 - “... 30 luglio. Scaramuzza-Visconti Carlo acquista la parte di Fiordalisa da Lodovica Trotti...”. F. Guasco
- Broni feudo e sua squadra, “Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi”, 1911. pag.314-315.
1562 - “...24 dicembre. Il conte Ercole Scaramuzza Visconti vende a Paolo Arrigoni Presidente del Senato di
Milano la quinta parte della metà dei dazi di pane, vino e carne sul luogo di Broni, dalla quale quinta parte si
ricavano annue lire 50 imperiali. Il detto conte Scaramuzza vende poi al detto Arrigoni la residua quinta parte
e mezzo dell’imbottato di Broni e sua squadra per lire 600...”, P. Saglio, op. cit., VoI. 11, pag. 363. Fanno parte del
Feudo di Broni la squadra: Campospinoso, S. Cipriano, Cigognola, Barbianello, Montecalvo, Montué, Pietra de
Giorgi, S.ta Giuletta e Redavalle.
1564 - “... Ampliamento a croce della chiesa di S. Pietro orientata ad ovest, in luogo della precedente a sud,
calotta bassa al centro...”, P. Saglio, Op. cit. Vol. 11, pag. 33. Opera degli architetti Lonati. Nuova cinta muraria
più ampia rispetto a quella viscontea, con fossa e terraggi. Spostamento dell’asse del paese, la odierna Via
Cavour diventava la via principale, si crede per ragioni militari.
1587 - “…Il 3 febbraio 1687 avvenne la vendita del Castello e dei beni di Montué da parte dei fratelli Gaspare
e Antonio Valperga di Villa Fradica nel Ducato di Savoia, al Conte Giovanni Antonio Candiani di Pavia…”. L.
Mastro Pietro, Aspetti di Storia di Canneto Pavese, Broni 1984, pag. 21.
1609 - Viene eretto un primo campanile nell’Oratorio di S.ta Marta, “...A pagina 93 di un manoscritto dell’archivio
della Confraternita di S. Marta si legge: Notta delle spese fatta dalli disciplinati della terra di Brono per
la fabbrica del campanino fatte l’anno 1609 principiato addì 21 Maggio... ”, P. Saglio, op. cit., Vol. Il, pag. 363.
1627 - Viene modificato il campanile della chiesa di S. Pietro, su disegno del pittore Francesco Massara,
(Registro della Fabbrica di S. Contardo) il cimitero adiacente viene spostato dal lato Ovest a Sud.
1630 - Viene costruito il Lazzaretto nell’attuale piazza Cagnoni, P. Saglio, op. cit., Vol. 11, pag. 76.
1647 - Montù de’ Gabbi o Montué e casc. Vigalone, nel Feudo di Broni è acquistato dal Conte Gio. Ambrogio
Candiani di Pavia da Scaramuzza Visconti [probabilmente si tratta di rendite del feudo]. A. Guasco, op. cit. pag.
49.
1649 - Il campanile della chiesa di S. Pietro viene dotato di un orologio, P. Saglio, op. cit., VoI. Il, pag. 36.
1658 - “…Il 16 maggio 1658 Alberto Monticelli vendette (ne è taciuto il notaio) al conte Alfonso Scaramuzza
Visconti, che acquistava a nome della propria madre contessa Taverna, il dazio ora menzionato delle Terre di
Broni, Casanova Lonati, Campospinoso, Casa de’ Giorgi, Redavalle, Barbianello, Donelasco, San Cipriano,
Bovina, Baselica, Casenove, Castana, Preda, Predalino, Montevico, Pecorara, Gigognola, Mornico, Torricella,
Confortino di Cigognola, Canneto, Montù de Gabbi, Canivino e tutte le cascine sotto la giurisdizione di Broni
nella provincia dell’Oltrepo, al prezzo di lire 1860 imperiali…”. A. Cerioli, op. cit. Vol. III p. 81. (il documento
è parte della Raccolta Riccardi (ora presso la Biblioteca Civica di Lodi), fra i documenti donati al Riccardi dalla
Contessa Vittoria Rota Candiani al momento della vendita del Castello di Montué. La medesima notizia viene
data dal Saglio a pag. 364 del II vol. op. cit., con il 16 maggio 1678. Nessuno dei due storici corregge questa data
negli errata-corrige.
1672 - Il campanile della Chiesa S.Pietro, viene terminato con la guglia, le foglie, la palla o mondo e la croce
che la sormontano e si evidenziano per la placcatura in oro, A. Cerioli, in Eco di S. Contardo, 1909 n° 5.
1695 c.a - Il Conte Gerolamo Gambarana Senatore del Ducato di Milano fece costruire nella frazione di
Vescovera una Villa sui terreni di sua proprietà.
1707 - Dopo 172 anni di incontrastato dominio la Spagna lasciava il posto alla monarchia austriaca che governerà
lo Stato Lombardo-Veneto oltre un secolo e mezzo, G. Vigo in Storia di Pavia, L’economia urbana dall’avvento
della Spagna al tramonto dell’ancén régime, 1992, Vol. 4, tomo 1, pag. 235.
1709 - “... In un documento dell’archivio comunale, Broni è nominato ancora Castel-Broni...”. P. Saglio, op.cit.
Vol. Il, pag. 281.
1713 - Con la pace di Utrecht viene ratificato il passaggio di tutto l’Oltrepo all’Austria.
1722 - “... 5 ottobre. Barbara d’Adda figlia di Costanzo D’Adda e Antonia Scaramuzza-Visconti, sposa
Antonio Barbiano Conte di Belgioioso. F. Bernini in Cigognola note storiche,1985.
1740 - “... 21 gennaio. Giuseppe Scaramuzza-Visconti testava a favore di Barbara D’Adda Belgioioso, possedeva
Giuseppe circa 26000 pertiche di terreno, con casamenti, cascinali, castelli, rustici e vari palazzi...”. F.
Bernini in Cigognola note storiche, 1985. Pag. 83.
1746 - A questa data, risulta ancora sul monte di S. Contardo (dalla mappa catastale teresiana conservata
in Municipio di Broni, datata 1746) una costruzione dalle dimensioni di m. 10x20, località ancora chiamata
Castelletto.
1748 - Broni con il trattato di Worms (1743) confermato in questo anno 1748 con la pace di Acquisgrana, passa
sotto il Regno Sabaudo. Broni fa parte del Piemonte diventa l’ultima stazione di Posta dello Stato al confine con
il Ducato di Parma, Tariffario di viaggio dell’anno 1772 conservato nella biblioteca della collegiata S. Pietro di Broni.
Ma già vediamo sul finire del 1743 le rappresentanze ed il Comune di Broni e tutti gli altri dell’Oltrepò rendere
omaggio al Re di Sardegna ( Atti del Comune di Broni - P. Saglio, op. cit Vol. I, pag. 178).
1752 - Viene innalzato il campanile dell’Oratorio di S.ta Marta (non più alto del tetto della chiesa), P.
Saglio, op. cit. Vol. 11, pag. 38/1. Viene costruito il teatro A cadréga, (angolo odierna Via Cavour, via Solferino,
lato ponente).
1760 - Viene attivato il mercato con decreto sabaudo, al venerdì in piazza Garibaldi, P. Saglio, op. cit. Vol. I,
pag. 87.
1766 - “...Viene recintato il cimitero della chiesa S. Pietro, che va ad ostruire quasi completamente la Via
Emilia (per assicurarlo dal bestiame), sarà stata una cinta di spino per L 30...”, P. Saglio, op. cit. Vol. 11, pag. 292.
1773 - “... Ampliamento dell’Oratorio di S.ta Marta, a quattro cappelle...”. P. Saglio, op. cit., Vol. II, pag. 304.
1775 - “... Viene sistemata la facciata della chiesa di S. Pietro. Si alza il piano della chiesa di un metro,
togliendo maestosità alla costruzione cinquecentesca, vi si accede dall’entrata principale con una gradinata in
marmo...”. P. Saglio, op. cit. Vol. 11, pag. 36.
1779 - Ampliamento della chiesa di S. Pietro con cappelle laterali e portici ad uso bottega.
1799 - Broni conosce l’occupazione dei rivoluzionari francesi.
1801 - Broni dal 1801 al 1805 entra a far parte dello Stato Francese, a tutti gli effetti come Distretto di Marengo
Provincia di Voghera, Mandamento di Broni, (però i nostri nonni non ne erano troppo entusiasti e coniarono il
detto “Libertà e legalitté lur a cavàl e núm a pé”).
1801 - Ecclesiasticamente, Broni passava dalla Diocesi di Piacenza a quella di Casale Monferrato.
1801 - Civilmente Broni diventa Sottoprefettura nel Mandamento di Voghera.
1801 - “... Vengono eretti nuovi portici esterni alla chiesa di S. Pietro, lato sud e viene costruito il “Tombone”,
attiguo al Lazzaretto, lato nord-est, ad uso cimitero per sopperire alla mancanza di spazio venutosi a creare nel
vecchio di S. Pietro, trattavasi di una fossa comune...”. P. Saglio, op. cit. Vol. 11, pag. 77.
1805 - Il 10 maggio Pio VII di ritorno dalla Francia per l’Icoronazione di Napoleone passando per Broni fa
una breve sosta per visitare la nostra Basilica di S. Pietro.
1805 - Il 26 maggio Napoleone I viene incoronato Re d’Italia.
1814 - Con la caduta di Napoleone I, Broni conosce la restaurazione dei Savoia e ritorna a far parte del
Piemonte.
1814 - Il 22 Marzo per la seconda volta Pio VII, in fuga dalla Francia e dalla prigionia iniziata il 5 Luglio 1809
quando i francesi occuparono Roma, si ferma a Broni dove pernotta in Casa Guarnaschelli.
1815 - Abbattimento della porta S. Pietro. “... ergevasi essa fra lo spigolo Sud-Ovest della casa Riccadonna
[ora Bar Commercio] e la casa di fronte distante soli metri 5...”. P. Saglio, op. cit., Vol. 1, pag. 249.
1817 - Ecclesiasticamente Broni viene assegnata alla Diocesi di Tortona.
1823 - Si aprono le prime due scuole comunali, per soli maschi, P. Saglio, op. cit., Vol. 1, pag. 250.
1823 - “…Sempre in quegli anni Stefano Pompeo Gazzaniga acquistava dai (Conti) Barbiano di Belgioioso i
beni già Visconti Scaramuzza di Cigognola, Albaredo, Broni, Canevino, Val Sorda, Campospinoso e S. Alessio.
Chiese ed ottenne da re Carlo Alberto il decoro del titolo comitale con il predicato di Pirocco che gli fu concesso
con R.R. L.L. P.P. del 25/8/1831. Pagava più di 30 mila lire di imposta per i soli beni d’Oltrepo…”. (Albero geneologico
Arnaboldi Gazzaniga). La figlia Maria assumerà la guida della famiglia vedova del cantante lirico Cristoforo
Arnaboldi. Il nipote Carlo Arnaboldi legherà L. 300.000 al Comune di Broni per la costruzione di un ospedale.
Ultima discendente sarà la Signora Bianca Bricchetto vivente. F. Bernini, Cigognola note storiche, Voghera 1985.
1827 - “... Esiste ancora parzialmente il cimitero a sud della chiesa di S. Pietro...”. P. Saglio, op. cit., Voi. Il, pag.
313.
1829 - Viene innalzato il campanile dell’Oratorio di S.ta Marta, su disegno dell’Ing. Architetto Giuseppe
Maccabruni, P. Saglio, op. cit. Vol. II, pag. 48.
1833 - Si inizia a lastricare con ciotoli alcune vie dell’abitato... così nel 1833 fu sistemata la Via Emilia, P.
Saglio, op. cit., VoI. 11, pag. 91. Le due trottatoie in granito al centro della Via Emilia vengono posate dopo il 1916.
1835 - Viene aperto il cimitero attuale, con soppressione del Tombone del Lazzaretto, P. Saglio, op. cit., Vol.
11, pag. 75. Si costruisce la nuova facciata della chiesa di S. Pietro in luogo della precedente in pietra deterioratasi
dopo il terremoto del 1828; viene mantenuto il finestrone sull’ entrata (opera dell’Ing. Giuseppe Maccabruni),
poi otturato per la collocazione dell’organo, P. Saglio, op. cit. Vol. Il, pag. 36.
1845 - “... Apertura di Via S.ta Marta ora Via Dante...”, (dalla Via Emilia a Via Gazzaniga), P. Saglio, op. cit.,
Vol. II, pag. 323.
1848 - “... Si aprono i primi negozi con i fornai (prima di allora ogni famiglia faceva il pane in casa e lo portava
a cuocere ai forni pubblici, di proprietà dei signori di Broni ed era proibito sino all’anno 1773 cuocere altrove,
poi si costruì un forno comunale in Via dei Forni ora Via Parini...”, P. Saglio, op. cit., VoI. II, pag. 110.
1848 - Nelle elezioni di questo anno, a Broni tra le file della Sinistra, viene eletto Agostino De Pretis, ed inizia
la carriera politica che lo porterà alla Presidenza del Consiglio Italiano.
1850 - Viene ricoperta “... in lastre di rame...” [zinco?] la guglia del campanile della chiesa S. Pietro, P. Saglio,
op. cit., Vol. II, pag. 36. “... Si sistema e si rettifica la Via Emilia nel tratto di Piazza Garibaldi...”. P. Saglio, Op. cit.,
Vol. II, pag. 327; nel lato che poi ospiterà il Palazzo Comunale di Piazza Garibaldi.
1850 - “... Viene costruita la casa Gavina...”? [albergo Croce Bianca ora Bar Grande], P. Saglio, op. cit., Vol. Il,
pag. 25.
1854 - La Gazzetta Piemontese pubblica il regio decreto che autorizza la costruzione della linea ferroviaria
Alessandria-Stradella, su un binario unico. (Broni ha una sua fermata).
1855-57 - Viene costruito il Palazzo Comunale di Piazza Garibaldi, P. Saglio, op. cit., Vol. II, pag. 333. “ ...Su
disegno dell’Architetto Arienti ... Prima dell’Arienti era stato incaricato l’Architetto Sidoli, ma il progetto di
questi non fu scelto perché mancava di portici. D’altronde, essendo egli morto nel frattempo, si passò l’incarico
all’Arienti, già collaboratore del Sidoli, il cui disegno [precedente] fornito di portici, soddisfece meglio il
desiderio dei Bronesi...”. P. Saglio, op. cit., Vol. II, pag. 93. In precedenza (e non si sa da quale data, perché la
parte antica dell’archivio Comunale è andata perduta) il Palazzo Comunale era situato [casa Arnaboldi] in Via
Volta, dominante tutta la Via Arnaboldi ora Via Cavour, P. Saglio, op. cit., Vol. II, pag. 98. [Fino all’anno 1827; da
questa data rimanendo comunque proprietà Comunale: infatti nel 1884 ospita ancora Umberto 1, nel 1887 la
Deputazione del Senato che partecipò ai funerali di De Pretis. Nel 1857 viene affittata ad uso uffici Comunali,
prima; parte della proprietà Cavalli [cortile Caffè Indipendenza], P. Saglio, op. cit., Vol. II, pag. 314. Poi alcuni
locali del Palazzo Riccadonna, [ora Bar Commercio], P. Saglio, op. cit., Vol. Il, pag. 321.
1859 - Broni fu rioccupata dagli Austriaci durante le guerre di Indipendenza.
1861 - Broni ritorna definitivamente al Pavese suo centro naturale, con l’Unità d’Italia.
1863 - “... Si costruisce in via Emilia la Scuola Elementare...”. P. Saglio, op. cit., VoI. 11, pag.25.
1867 - In questo anno viene ultimata la ferrovia Alessandria-Piacenza, che da Alessandria già raggiungeva
Broni e Stradella fin dal 1858.
1869 - Il 19 gennaio 1869 il Comune di Cassino Po, Vescovera, Pirocco vengono aggiunti al Comune di Broni.
1872 - “... Si approva la perizia Maccabruni 28 Maggio 1872 per la copertura della roggia Bedo...”, P. Saglio,
op. cit., Voi. 11, pag. 347.
1875 - “... Si costruisce un asilo infantile...” [di Via Leonardo da Vinci], P. Saglio, op. cit., Vol. Il, pag. 105.
1878 - “... Apertura di Via A. Volta (da Via Leonardo da Vinci all’ odierna via Parini...”, P. Saglio, op. cit., Vol.
11, pag. 329.
1880 - Viene costruita la Villa Carolina Maccabruni, ora ex Palazzo Municipale di Piazza Vittorio Veneto, su
disegno dell’Architetto pavese Fabio, P. Saglio, op. cit., Vol. II, pag. 25.
1881 - Viene costruito il Teatro Sociale di Broni (su disegno dell’architetto Bottini),
P. Saglio, op. cit. VoI. Il, pag. 49. Il teatro Sociale aveva diversi soci, uno di questi era l’ing. Binasco di Alessandria.
L’ing. Carbonetti di Broni acquistò in seguito tutto il pacchetto azionario, ecco il perché oggi si chiama Teatro
Carbonetti.
1883 - Viene progettato il nuovo Piano Edilizio del Borgo di Broni dagli ingegneri Pietro Saglio e Guglielmo
Maccabruni con marciapiedi e cordoni di granito in Via Emilia. Piazza Garibaldi diventa la piazza principale.
1883 - Si attiva la linea tramviaria Voghera-Stradella, P. Saglio, op. cit., VoI. II, pag. 103.
1885 - Costruzione della cupola (opera dell’Architetto Bottini), in luogo della calotta bassa della chiesa di S.
Pietro, P. Saglio, op. cit., Vol. Il, pag. 37.
1891 - Fu terminato l’ospedale Arnaboldi (su disegno dell’architetto Bottini), P. Saglio, Vol. Il, pag. 49.
1891 - Viene raddoppiato il binario della ferrovia Alessandria-Broni-Piacenza.
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1912 - Viene inaugurato il nuovo Ponte della Becca sul Po.
1917 - Muore in Broni il Poeta dialettale bronese Gino Cremaschi.
1925 - Viene inaugurato il Monumento ai Caduti della Guerra 1915-18, op. dello scultore Tita Ratti, nato a Milano
nel 1896 e morto a Malvaglia (Canton ticino) nel 1992.
1939 - In Broni viene tenuto un Congresso Eucaristico.
1947 - Viene inaugurato in S. Pietro di Broni un’Altare dedicato al Beato Contardo Ferrini.
1969 - Il Conte Franco Cella di Rivara erige una Fondazione Casa di Riposo per anziani.
1984 - Viene inaugurato il Monumento alla Liberazione, op. dello scultore Dino Paolini di Milano, nato a Lonigo
(Vicenza) nel 1926 e morto a Milano nel 2013.